giovedì 16 maggio 2013

Come i media e i partiti hanno sostituito la percezione della realtà alla realtà oggettiva.




Sul Senso della Politica, la Politica del Senso e l’informazione mediatica in Italia.

Guardando le notizie della cronaca quotidiana spicciola c’è davvero da rabbrividire. In Usa, un dodicenne confessa alla polizia di aver ucciso a coltellate la sorellina di 6 anni. In compenso, a New Orleans, dal tetto di un edificio, due giovani ventenni sparano sulla folla che celebrava la festa della mamma e spedisce all’ospedale 14 persone, di cui quattro  molto gravi in fin di vita. Non è che in Italia vada meglio, se è per questo. A Milano un uomo prende a picconate i passanti, ne uccide uno e ne ferisce gravemente altri tre. Interrogato dalla polizia, appare infastidito dalle domande, sostenendo che essere disoccupato e senza casa lo autorizzava a compiere tale gesto. In Sicilia, su un treno, un passeggero, a un certo punto si è alzato in piedi, ha cominciato a urlare, ha estratto dalla sua borsa uno strumento di lavoro e ha cominciato a prendere a martellate gli altri viaggiatori nello scompartimento. Questa mattina, a Salerno, una giovane ventenne è stata ricoverata all’ospedale dove le è stata estratta la milza, spappolata dai calci del suo fidanzato che ha candidamente confessato “non voleva stare zitta”. E così via dicendo. L’elenco potrebbe proseguire a lungo, e sarebbe fin troppo facile sostenere con tristezza che “il mondo sta ormai impazzendo”. Non credo che sia così.

Non ho idea come fosse quarant’anni fa. O meglio, anagraficamente potrei saperlo, dato che c’ero, ero già maggiorenne e seguivo ciò che accadeva. Ma abitavo a Roma, e nessuno sapeva ciò che accadeva a Vicenza, a Cefalù, a Pisa, Macerata, Asti o Lignano Sabbiedoro. A meno che non fosse lì sul posto o seguisse la specifica cronaca locale dei quotidiani del posto. Se non fosse stato per Peter Jennings, i coraggiosi giornalisti di CBS e Oriana Fallaci, nessuno avrebbe mai neppure saputo che i marines americani, nel 1964, avevano compiuto un efferato massacro di contadini innocenti nel villaggio di My Lai, nel Vietnam. Forse, è accaduto in tanti altri posti, sia nel Vietnam che nel resto del mondo, ma non lo abbiamo mai saputo e non lo sapremo mai. Oggi, è diverso. Perché se accade qualcosa, basta che un passante sia informato sugli avvenimenti e dopo qualche minuto l’evento viene rubricato sui cinque continenti grazie a twitter, facebook e le immagini scattate dal proprio cellulare. Se io vi chiedessi qual è stato il più terribile terremoto negli ultimi cinque anni, è molto probabile che la stragrande maggioranza non sarebbe in grado di fornire la risposta giusta: è avvenuto nel 2008, in Birmania, dove ha causato 180.000 morti. Ma allora non esistevano gli attuali sistemi di comunicazione di massa, e l’evento non ottenne alcuna implicazione, tantomeno una diffusione. Le agenzie di stampa batterono la notizia che sfuggì all’attenzione e alla curiosità. Anche perché la Birmania non era Parigi, New York o Londra. Noi, oggi, protestiamo giustamente contro la violenza sulle donne perché la statistica ci informa che soltanto nel 2012 sono state assassinate in maniera violenta 125 donne e scopriamo che esiste una parte del mondo maschile popolata da animali brutali, bastardi, primitivi. Questo fatto ci provoca una reazione di sconcerto, rabbia, avvilimento e protesta, e pensiamo che si stia propagando una diffusione di brutalità maschile. Mia zia commenta con senile tristezza “ai miei tempi non era così”. Si sbaglia di grosso. Era peggio, molto ma molto peggio. Solo che nessuno lo sapeva. Dopo una attenta e lunga ricerca, insieme ad altri curiosi, abbiamo appurato che soltanto nella regione Veneto, nell’anno 1963 –cioè 50 anni fa- vennero assassinate ben 243 donne e alcune ricerche statistiche ci informano che 50 anni fa il numero delle donne assassinate in Italia era superiore del 460% a quello oggi ufficialmente archiviato. Nello stesso anno, soltanto nella cinta di Roma, vennero assassinate ben 192 prostitute. Basterebbe andarsi a leggere, in archivio, tutta la cronaca locale delle decine di migliaia di pubblicazioni di ogni singolo paesetto della repubblica per venire a scoprire che il mondo non è cambiato affatto, anzi. E’ molto più pacifico e civile.

E’ cambiata la percezione degli eventi.
Sono cambiate le reazioni.

Ma soprattutto è cambiata la velocità delle informazioni.

Oggi chiunque può sapere ciò che accade, basta che lo voglia.

Perché ciò che conta è “la reattività”.

Negli ultimi 26 mesi, nella Repubblica di Siria sono state uccise 81.500 persone come conseguenza della guerra civile. Soltanto negli ultimi otto mesi, sono stati barbaramente assassinati circa 2500 palestinesi nei campi profughi in territorio siriano, di cui 650 bambini innocenti, nella più totale indifferenza dell’Europa, soprattutto degli italiani. Ma se domani c’è uno scambio di pistolettate tra poliziotti israeliani e palestinesi a Gaza, compaiono subito migliaia di pagine su facebook e la gente marcia per le strade manifestando solidarietà per i palestinesi. La stessa identica etnia, lo stesso popolo, la stessa condizione di profughi, disagiati, poveri, imprigionati, non conta nulla perché stanno in Siria. Poiché l’Italia è coinvolta nel conflitto siriano a livello statale, essendo parte in causa attraverso la vendita di materiale bellico ad alta precisione e poichè i responsabili delle infrastrutture di sicurezza, intelligence e controllo siriano sono stati affidati ad aziende italiane, bisogna far “percepire” ai cittadini italiani che quell’evento è lontano da noi, non ci riguarda, e quindi non è necessario avere alcuna reazione. Nel solo 2012, nel continente africano, sono state barbaramente assassinate circa 100.000 persone, colpevoli soltanto del fatto di essere cattoliche. In Africa è in corso una vera ecatombe di cattolici innocenti, di gran lunga superiore alla quantità di martiri cristiani dei primi cinque secoli dell’era iniziata 2013 anni fa. Il tutto nella generale e totale indifferenza. Ma se domani, a Clermont Ferrand, a Gubbio o a Stoccarda tre cattolici vengono uccisi perché sono cattolici, la gente s’infiamma dallo sdegno, il papa ne parla alla tivvù e si riunisce il consiglio d’Europa in seduta d’emergenza. Forse si arriva anche all’Onu.

Perché cambia la percezione, quindi, cambia la modalità di introiettare l’informazione.
Le notizie non valgono nulla.

Non hanno alcun Senso. Nessun Valore. Nessun impatto. Niente.

Ciò che davvero conta, è la modalità di diffusione, e di amplificazione dei dati reali.

Il disagio socio-psicologico che tutti noi proviamo può essere intaccato, superato, abbattuto, se si lavora per restituire il Senso all’oggettività, abbattendo la “relatività legata all’uso e alla manipolazione ideologica del dato stesso”. Ritrovare il “Senso della Politica” vuol dire capire, comprendere, far propria, l’idea che esistono parametri di civiltà, di equità, di sorveglianza civica, di attenzione della cittadinanza, che vanno applicati e seguiti dovunque e comunque, perché appartengono alla sfera della “informazione” (che dovrebbe essere oggettiva) avulsa da una nostra idea pre-concetta, priva di proiezioni emotive, senza alcuna faziosità, senza pregiudizi, senza manipolazioni.
Tutto ciò per invitare i lettori a riflettere e costruirsi una propria idea personale, nata dalla libertà del proprio ragionamento, su ciò che sta accadendo oggi in Italia nella vita politica.
Se un eletto nelle file del M5s compie un atto, ciò che ha fatto non ha alcun valore di per sé; perché ciò che conta è la modalità attraverso la quale quella specifica azione viene presentata e data in pasto al pubblico a chi controlla la diffusione capillare della comunicazione politica alle masse. A questo servono i giornalisti tanto pagati. A fare in modo di fornire una percezione tale per cui il dato A possa addirittura trasformarsi nel dato B e al destinatario della comunicazione arriva una “notizia” che, paradossalmente, è esattamente opposta a quella partita dal mittente, fonte del dato oggettivo. A questo punto, di solito, sorge spontanea una reazione “lo sappiamo, grazie della lezione; ma come possiamo fare noi che non abbiamo strumenti di difesa? Come possiamo districarci?”.
E’ facile, semplice, elementare.
Oggi, il vantaggio rispetto alla fase precedente ai social networks, alla rete, e alla comunicazione di massa, consiste nel fatto che è possibile verificare alla fonte. Un tempo non era possibile. Si era ricettori passivi. Dipende da noi, quindi, sottrarci alla manipolazione, diventare pro-attivi. Capire e far nostro il principio per cui ci rifiutiamo di “reagire sulla base di una percezione” ma scegliamo di diventare inter-attivi, dato che abbiamo la possibilità di andare a controllare il dato. Se ci basiamo su ciò che ci dice la Repubblica, il Giornale o il tiggì o –ancora peggio- ciò che leggiamo su facebook da anonimi virtuali, a noi non verrà fornita nessuna notizia, bensì ci arriverà già (precotta) la percezione della notizia. Lo sanno molto bene i consulenti della comunicazione di Berlusconi e di Letta. E’ una modalità molto chiara. E’ facile sottrarsi, se ci sta a cuore sapere ciò che davvero accade. Veniamo a un esempio diretto su un fatto di cui negli ultimi giorni si è parlato, senza fornire i dati oggettivi, ma fornendo la percezione dei fatti: le diarie degli eletti M5s e il loro comportamento rispetto alle cifre percepite. Il livello di confusione è stato originato dalla cupola mediatica “per annacquare e svilire il Senso” innescando una spirale della percezione indotta in modo tale da inibire il dato alla fonte e far parlare la gente di qualcosa d’altro. C’è cascato perfino Grillo che ha tentato di arginare l’effetto “lavorando sulla percezione”, quindi commettendo l’errore di entrare nel gioco di chi voleva che si parlasse proprio di quello e non del dato oggettivo. Oggi, la maggior parte delle persone parla dell’argomento pensando di essere al corrente della situazione mentre invece non è così: le persone ignorano il dato oggettivo e hanno incorporato soltanto “una percezione del dato”. Adesso vi fornisco i dati oggettivi. Ai quali vi consiglio di non aderire per principio perché lo scrivo io, ma di andare a controllarli alla fonte, essendo un vostro diritto legale. Lo potete fare. Ogni cittadino ha il diritto di telefonare alla camera dei deputati, farsi passare il centralino della presidenza e chiedere ragguagli su eventi formalmente rubricati a un numero verde 800 0129555 oppure allo 06/67601. Potete anche chiedere di farvi passare direttamente il gruppo del M5s e chiedere informazioni “ufficiali”, in modo tale da verificare le informazioni e quindi “costruirvi dentro una percezione legittima: la vostra” perché basata su un dato oggettivo. Ho telefonato alla camera e ho parlato con uno dei segretari responsabili della Boldrini che mi ha ufficialmente notificato il seguente fatto: “In data 8 maggio 2013, la IV Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha bocciato un emendamento presentato dal gruppo parlamentare del M5s che istituiva un fondo rotativo fnalizzato alla concessione di un finanziamento alle micro-imprese e alle piccole imprese che vantino crediti con la pubblica amministrazione. La dotazione del fondo stesso doveva essere finanziato con l’abrogazione delle erogazioni a titolo di cofinanziamento ed il rimborso per le spese elettorali sostenute da partiti e movimenti politici eletti”. In pratica, con tale emendamento il gruppo parlamentare del M5s proponeva di dar vita immediata a un fondo di pagamento dei debiti da parte della amministrazione pubblica nei confronti delle imprese creditrici. Il PDL, la lista Monti e il PD hanno votato contro e l’emendamento non è passato. Di conseguenza, il M5s si è trovato nella condizione di sapere che la restituzione dei loro fondi non sarebbe andata a coprire nessuna esigenza della cittadinanza, su scelta della maggioranza del governo. Hanno scelto, comunque, di rifiutare i 42 milioni di euro e di restituirli allo Stato, evento che si è verificato. Fine della notizia.

Come lo Stato utilizzerà quei fondi, non è dato saperlo.

In data 13 maggio 2013, i 7 consiglieri regionali M5s eletti nella Regione Lazio hanno stabilito di rinunciare ai rimborsi elettorali. Inoltre, hanno comunicato pubblicamente e “ufficialmente” di essersi decurtati lo stipendio da 18.500 a 4.500 euro. Tutti, nessuno escluso. Tale cifra è stata depositata presso gli sportelli di Banca Etica a Roma –dove si può andare a verificare su richiesta se sia vero o meno- sotto la dizione “fondo regionale di approvvigionamento” per dar vita al varo di un “fondo di sussistenza per una resa di emergenza” nei confronti delle realtà sociali maggiormente disagiate e deboli. E’ stato deciso di avviare subito un sondaggio in rete tra gli iscritti per identificare i soggetti destinatari di tale fondo. Tale scelta è stata operata perché il consiglio regionale del Lazio si è rifiutato –come la commissione bilancio della Camera- di far approvare una delibera che consentisse di usare i fondi del M5s per pagare le piccole e medie imprese creditrici. La stampa intera –quotidiano la Repubblica in testa insieme alla Lega Nord- ci ha fatto sapere dieci giorni fa che la Regione Lombardia ha “attuato una riduzione di 1.931 euro lordi dallo stipendio dei consiglieri”. La notizia è vera, rubricata in data 7 maggio. Non hanno detto, però, che in data 8 maggio è stato deliberato un aumento di 2.159 euro netti –come rimborso elettorale permanente per le “spese correnti di gestione”- a quegli stessi consiglieri regionali ai quali era stata detratta, il giorno prima, la cifra di 1.931 euro lordi. Quindi, la stampa intera ha presentato un “aumento” come se fosse una “riduzione”. Se vivete in Lombardia potete telefonare al consiglio regionale, ed è un vostro diritto costituzionale avere copia delle delibere firmate dal presidente Roberto Maroni. Sempre su repubblica si è letto che senatori e deputati del M5s erano in rivolta perché si volevano tenere la diaria, facendo anche i nomi della Taverna, di Di Battista e di altri. In data 12 maggio 2013 il deputato Alessandro Di Battista e la senatrice Paola Taverna, nel corso di una manifestazione pubblica che si è svolta a Piazza Rosolino Pilo, nel quartiere di Monteverde vecchio a Roma, alle ore 19, hanno comunicato “ufficialmente” l’esito del loro comportamento. Ha detto Paola Taverna. “Prima di essere eletta guadagnavo 1.100 euro al mese. Il mio stipendio ammonta a 19.460 euro, di cui io ho scelto di percepirne complessivamente 4.400 euro, restituendone 15.000 allo Stato. Non potendo contribuire alla costituzione di un fondo perché la commissione bilancio ha bocciato il nostro emendamento, ho deciso di accettare la restituzione allo Stato, nella speranza che li usino per i cittadini”. Il deputato Di Battista ha dichiarato “La cifra di mia competenza ammonta a 20.900 euro perché mi è stata attribuita anche la quota supplementaria relativa alla mia qualifica di vice-presidente della commissione esteri. Di questa cifra, ho restituito la cifra di 15.500 euro che sono ritornate allo stesso ufficio della ragioneria di Stato da cui erano partiti”. Nessun organo di stampa ha dato comunicazione di queste notizie.

Rimane, quindi, nella gente, la “percezione” che all’interno degli eletti del M5s ci sia un problema relativo alla restituzione degli stipendi percepiti.

Non è così, nella realtà.

E’ così nella “percezione” della gente.

Ma ciò che deve contare nel cittadino non è la percezione bensì il dato reale.

Evitiamo di cadere nella trappola percettiva.

E’ la stessa che fa credere a tante donne che l’onorevole Daniela Santanchè sia una paladina dei diritti civili delle donne.

Non fidiamoci di ciò che leggiamo su facebook o sulla stampa. Andiamo a controllare di persona o sulle pagine personali delle persone per le quali abbiamo votato, qualunque sia il partito di appartenenza, oppure telefonando alla Camera dei Deputati.

Bisogna abituarsi a ragionare sulla realtà dei dati e non sulla percezione.

E’ la differenza tra il suddito e il cittadino. Tra chi è passivo e chi è attivo.

Se oggi non vi informate, la responsabilità è vostra.

Questo è il Senso della democrazia diretta.

Se rimanete sudditi, è perché lo avete scelto.

Come diceva Shakespeare:
Non è mai colpa delle stelle l’inganno della nostra miseria, ma è sempre nostra responsabilità”. 
(Fonte)
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