sabato 4 maggio 2013

Il falso rilevatore di bombe. Truffati gli eserciti di mezzo mondo

antibomba 

Vendeva migliaia di apparecchiature per la rilevazione di bombe in numerosi paesi del mondo, ai quali li presentava come strumenti in grado di scovare esplosivi attraverso il terreno, le blindature e anche a centinaia di metri di distanza. E con il cambio di una schedina magnetica all’interno del dispositivo, sarebbe in teoria stato possibile passare dalla rilevazione di bombe a quella di droga.

E' stato condannato per frode ma solo dopo essersi arricchito. James McCormick, infatti, 57enne, grazie alla vendita di quelle apparecchiature era diventanto milionario, nel Regno Unito viveva in una villa appartenuta a Nicolas Cage, aveva una casa Cipro e uno yacht. In tutto la polizia è riuscita ad identificare beni di sua proprietà per 10 milioni di euro, ora però rischia fino a 8 anni di prigione.  

Il commercio di McCormick, infatti, andava benissimo. Tra i suoi principali clienti c'erano le forze armate irachene che utilizzavano lo strumento nei checkpoint di tutto il Paese. Il governo iracheno aveva acquistato negli ultimi anni oltre 6mila dispositivi antibomba al prezzo di 12mila euro l’uno. Ma in realtà il costo di produzione era poco meno di 20 euro. Un guadagno facile e assicurato al quale, quanto pare, partecipava anche il comandante della squadra artificieri di Baghdad finito in prigione per i contratti sottoscritti per acquistare i dispositivi antibomba.

I dispositivi sono stati esportati anche in Libia, Nigeria, Iran, Kenya, Giordania e Libano, dove venivano utilizzati per la sicurezza degli hotel di lusso. Tra i clienti di McCormick pare ci fosse anche l’esercito egiziano, il servizio carcerario di Hong Kong, le autorità di confine thailandesi e persino le Nazioni Unite.  

L'apparecchio, però in realtà serviva solo per cercare palline da golf perdute. Le antenne non erano collegate a nessun dispositivo elettronico e non c’erano batterie o altre fonti di energia.
Secondo il quotidiano Guardian l'inchiesta è durata circa due anni e mezzo, da dicembre 2009. Gli esperimenti condotti sull'apparecchio e gestiti da un professore dell’Unversità di Cambridge hanno dimostrato che il congegno funzionava correttamente solo 3 volte su 25, con una probabilità uguale alla scelta casuale. Durante il processo McCormick ha sempre sostenuto che i suoi dispositivi funzionavano perfettamente e che nessuno dei suoi clienti gli avesse mai chiesto un rimborso o si fosse lamentato della loro inefficacia.
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