giovedì 23 maggio 2013

ACCIAIOPOLI: un viaggio da Roma a Bruxelles, passando da Milano con sosta nel paradiso Jersey




Agosto 2012, Taranto è rovente nel suo clima ma lo sono ancora di più le sue strade e le sue piazze. I mesi di Luglio ed Agosto a Taranto sono stati i più vissuti e raccontanti dalla stampa locale e nazionale. Forse qualcuno non aveva ancora ben chiara la situazione reale e quello che sta accadendo, alcuni giornalisti, noti e di testate note, bollano in pochi minuti l'intervento storico del comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, quello del 2 agosto in piazza dell vittoria, come un'irruzione in puro stile squadrista, un comportamento fascista. Qualche penna non aveva voglia di cambiare stile ai propri editoriali, troppa fatica raccontare un cambiamento in una città che "deve rimanere in silenzio a subire". Il comitato compie un'azione storica e mette in silenzio le teste dei sindacati confederali, coloro che non hanno mai avuto orecchie per chi era giù dal palco.

Nel mese precedente i primi arresti nei vertici aziendali Ilva, i sequestri degli impianti, l'estate tarantina del 2012 è la più calda che si possa ricordare, nello stesso agosto la redazione di peacelink incontra alcuni giornalisti e chiede se la Tangentopoli milanese poteva essere paragonata a quello che stava accadendo a Taranto, c'è anche un'analogia di date che vede il 17 febbraio 1992 l'inizio di tangentopoli a Milano mentre il 17 febbraio 2012 il primo incidente probatorio al tribunale di Taranto dove viene discussa la maxiperizia richiesta dal Gip Patrizia Todisco e vede la partecipazione spontanea dei tarantini, in particolare giovani e numerosi studenti, che manifestano sotto le finestre del tribunale.

Si era molto cauti, forse si aveva un pò paura del forte scossone che stava per arrivare, da quel 17 febbraio sino ad oggi l'inchiesta le ordinanze del gip e le indagini dell'inchiesta "ambiente svenduto" ha portato ad arresti eccellenti che hanno interessato i vertici Ilva, la famiglia Riva sino ad arrivare agli arresti nel mondo politico locale. Una vera e propria ACCIAIOPOLI

Il 15 Maggio il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido è stato arrestato dai militari della guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta denominata "Ambiente svenduto". L'accusa sarebbe di concussione, nella stessa operazione altri tre arrestati, sono l'ex assessore provinciale di Taranto all'Ambiente, Michele Conserva, l'ex dirigente dell'Ilva, Girolamo Archinà, e l'ex segretario della Provincia di Taranto, Vincenzo Specchia.

Ma la storia ormai l'abbiamo imparata, quello che è accaduto a Taranto, tutto quello che è cambiato a Taranto è potuto succedere solo grazie alle azioni spontanee dei liberi cittadini, una politica assente e complice di un sistema colluso ora si difende e va contro gli stessi cittadini che non rimangono più a guardare qualche corvo che svolazza sulle loro teste pronto anche a espletare i propri bisogni, no. Le stesse persone protagoniste di clamorose denunce, che avrebbero dovuto fare le parti politiche e gli enti come nel caso della denuncia della diossina nel pecorino e nelle cozze, volano a Bruxelles per conferire sulla situazione tarantina al Parlamento Europeo e della Commissione Ambiente di Bruxelles (1), nella nota si può consultare l'elenco, consegnato al Parlamento Europeo, delle 35 prescrizione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale non rispettate dall'Ilva visti i termini temporali decorsi.
Mentre Alessandro Marescotti, Peacelink, e Fabio Matacchiera, Fondo Antidiossina, sono a Bruxelles giunge una telefonata da Roma il lunedì successivo le associazioni ambientalista tarantine vengono convocate dal neo ministro Andrea Orlando al Ministero dell'Ambiente, di seguito una breve sintesi dell'incontro a Roma, riportata da Alessandro Marescotti.
"In data 20 maggio 2013 alcune associazioni ambientaliste hanno incontrato a Roma, al Ministero dell'Ambiente, il ministro Andrea Orlando. Le associazioni presenti erano PeaceLink, Legambiente e Legamjonici. Il Fondo Antidiossina ha delegato PeaceLink ad essere rappresentato. PeaceLink ha consegnato al Ministro l'elenco delle 35 infrazioni all'AIA, elenco già consegnato alla Commissione Europea. Sono state lette al ministro testimonianze di medici e mamme che documentano le drammatiche storie di bambini che nascono già con il cancro a Taranto. Sono state lette le cifre preoccupanti degli studi epidemiologici e la necessità di intervenire subito, alla luce del fatto che gli esperti della Procura hanno riscontrato 386 decessi negli ultimi 13 anni collegabili all'inquinamento industriale. PeaceLink ha evidenziato come non venga rispettato il principio europeo "chi inquina paga" e su questo si è sviluppato un vivace scambio di battute con lo staff del Ministro che non ha saputo definire quale sia la fonte (o le fonti) dell'inquinamento del terreno o della falda. L'avv. Maurizio Pernice (dello staff del Ministro) ha detto che è compito della Provincia, ma PeaceLink ha fatto notare come sia compito del Ministero sollecitare la Provincia (il cui Presidente è agli arresti per l'inchiesta sull'Ilva). L'avv.Pernice ha assicurato che avrebbe inviato una lettera di sollecito alla Provincia. Si è poi sviluppato uno scambio di battute fra PeaceLink e il soggetto attuatore della bonifiche, rappresentato da Antonio Strambaci, circa le procedure tecniche per accertare l'"impronta chimica" dell'inquinamento dei terreni del quartiere Tamburi (da bonificare) in modo da individuare il nesso di causalità fra l'inquinamento riscontrato nei terreni e la sua fonte. PeaceLink ha sottolineato che la rimozione dei terreni, senza aver prima espletato indagini accurate in aggiunta alla normale caratterizzazione dei terreni, possa essere causa di un possibile contenzioso con l'Ilva e per una bocciatura al TAR per istruttoria insufficiente, come è già avvenuto per la falda. Al Ministro dell'Ambiente PeaceLink ha evidenziato come la direttiva europea 35/2004/CE sia stata recepita dall'Italia in modo elusivo e non corretto, cosa che l'avv. Pernice ha dovuto ammettere e confermare. Il Ministro Andrea Orlando ha ascoltato con attenzione disponibilità, affermando però che il suo è un ruolo politico e che per le scelte tecniche si sarebbe affidato all'ISPRA, anche per ciò che concerne la gravità delle infrazioni dell'AIA e le conseguenti eventuali sanzioni da infliggere all'Ilva. Ha detto che, come prevede la legge, dovrà relazionare nei prossimi giorni al Parlamento sui sei mesi di attuazione dell'AIA Ilva".

Il 22 maggio vengono iscritti nel registro degli indagati per truffa ai danni dello stato e trasferimento fittizio di beni Emilio e Adriano Riva, ci sono altri due indagati per ricliclaggio, vengono sequestrati un miliardo e duecento milioni di euro di proprietà dei Riva messi al sicuro nel paradiso fiscale di Jersey.

In merito a questa operazione condotta dalla polizia tributaria e della Guardia di Finanza di Milano, provvedimento firmato dal gip del Tribunale di Milano, Alessndro Marescotti diffonde il seguente comunicato.

"In merito alla clamorosa notizia relativa al recente sequestro dei beni privati della famiglia Riva, operato dal GIP di Milano e relativo a immobili, titoli e disponibita' finanziarie per l'ammontare di 1,2 miliardi di euro, PeaceLink e Fondo Antidiossina Taranto esprimono tutto il proprio appoggio alla magistratura.
I fratelli Emilio e Adriano Riva sono indagati a Milano per trasferimento fittizio di beni, truffa ai danni dello Stato, evasione fiscale e riciclaggio. Secondo l'accusa del GIP di Milano e in base a quanto riportato da agenzie di stampa, i Riva avrebbero, mediante operazioni fra
l'Italia e l'estero, occultato la reale disponibilita' finanziaria dell'Ilva.

Sulla base di quanto appreso da fonti di stampa, l'ipotesi dei magistrati milanesi riguarderebbe l'uscita del ragguardevole capitale del valore di 1,2 miliardi di euro dalle casse del colosso siderurgico tarantino.

Ricordiamo che, solo pochi mesi fa, in Parlamento, veniva approvata trasversalmente, da quasi tutti i partiti, una legge per fermare la Magistratura e autorizzare l'Ilva a produrre con gli impianti ritenuti inquinanti e posti sotto sequestro.

Alla luce di questi ulteriori e gravi sviluppi, risulta ancora più inquietante che sia diventata legge dello Stato una legge "ad hoc" per un'azienda i cui proprietari sono oggi indagati per truffa ai danni dello stesso Stato.

Aiutare Riva si e' rivelato un clamoroso autogol dello Stato.
Questi ingenti capitali devono ora ritornare a disposizione della città di Taranto per sanare i gravi danni causati in tutti questi anni, molti dei quali, purtroppo, saranno certamente irreparabili.

Infine, ci chiediamo con preoccupazione quanto ancora dobbiamo aspettare affinchè il sindaco Ippazio Stefano presenti una formale citazione di risarcimento per i danni causati dall'Ilva, cosi' come accertato dalla sentenza della Cassazione dell'ottobre 2005 sui parchi minerali."

Note:
documento consegnato al Parlamento Europeo e al Ministero dell'Ambiente http://www.peacelink.it/ecologia/a/38403.html
(Fonte
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