sabato 4 maggio 2013

Noi pensavamo che il tentativo fosse sepolto e invece eccoli di nuovo all'attacco.

Bavaglio web, Agcom ci riprova

Il presidente dell'Autorità si impegna a fare una delibera entro l'estate per oscurare i siti che «violano il copyright». Avrebbe valore di legge, ma senza una consultazione e un voto del Parlamento



 L'Agcom farà entro l'estate, senza bisogno del Parlamento, un nuovo regolamento "contro la pirateria" su Internet, dopo il precedente tentativo che tante polemiche bipartizan aveva sollevato. E' un impegno che ora il presidente Angelo Cardani dell'Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) si è preso nel corso di una riunione a porte chiuse con i principali esponenti dell'industria del copyright, il 30 aprile. 'L'Espresso' ha potuto leggere il verbale della riunione.

Già nelle scorse settimane Cardani aveva annunciato il lavoro su una nuova delibera, ma adesso emergono particolari inediti, tanto che- a quanto risulta- si sono già messe in allarme le associazioni dei consumatori, dei provider e vari esperti difensori della libertà su internet (gli stessi che hanno contribuito a bloccare la precedente delibera, due anni fa).

«Il presidente Agcom Cardani ha manifestato grande apprezzamento per il fatto che le due filiere condividano alcuni fondamentali principi in merito allo sviluppo dell'offerta legale di contenuti e al contrasto alla pirateria digitale. Il presidente Cardani ha altresì confermato la volontà sua e del Consiglio di emanare il preannunciato regolamento prima o immediatamente dopo la pausa estiva», si legge infatti nel verbale.

Le "due filiere" sono Confindustria Cultura e Confindustria Digitale. Secondo il verbale, hanno partecipato alla riunione Marco Polillo e Fabio Del Giudice (Cultura); Stefano Parisi e Roberto Bedani (Digitale). Oltre a Cardani, c'era il Capo di Gabinetto di Agcom: Guido Stazi. 

E quali sono i punti comuni condivisi dalle due 'filiere' e su cui Cardani ha espresso «grande apprezzamento» (pur senza sbilanciarsi sul fatto se li adotterà o meno)? 

Primo: Agcom deve intervenire solo quando ci sono violazioni "reiterate e massive" delle norme sul diritto d'autore o per quei casi che arrecano ingenti danni (per esempio quando le opere arrivano su internet prima che nei negozi). 

Secondo: Agcom non colpisca gli utenti finali «per evitare ogni potenziale conflitto con la normativa posta a protezione della riservatezza delle comunicazioni personali». Insomma, un'avvertenza per evitare che le misure di Agcom siano bloccate dal garante Privacy, che già due anni fa è stato uno di quelli che si era battuto contro la delibera.

Terzo: Agcom avvii un procedimento amministrativo come una sorta di mini processo con contraddittorio, con i siti che favoriscono la pirateria. Alla fine, "in caso di acclarata violazione", Agcom può fare due cose. Se il sito è italiano, può chiedere al gestore (all'hoster) di rimuovere i contenuti vietati. Se è straniero, può imporre ai provider di impedire l'accesso al sito. Le proposte dei due rami di Confindustria sono fatte in modo da parare le principali critiche che hanno bloccato la precedente delibera. Dicono quindi che gli hoster e i provider non siano soggetti a sanzione né a obbligo di controllo o filtraggio del traffico. Insomma, si vuole evitare che si gridi ancora all'istituzione di una "polizia di Internet". 

Tra le proposte si legge anche l'obiettivo di promuovere l'offerta legale e di svilupparne il mercato. 

Ma nonostante tutti questi aggiustamenti, le idee sul tavolo sono simili nella sostanza alla precedente delibera. 

In un punto, fondamentalmente: Agcom vuole andare fino in fondo da sola, senza bisogno del Parlamento né di allargare il dibattito a tutte le controparti. Almeno la precedente Autorità aveva messo la delibera in consultazione pubblica, due volte, ricevendo così un mare di critiche. «Cardani ha evidenziato che Agcom non intende replicare la consultazione pubblica ma ha deciso di ascoltare gli stakeholders e i maggiori esperti della materia in una conferenza che si terrà il prossimo 24 maggio presso la Camera dei Deputati», si legge invece nel verbale.

«Cardani ha anticipato che l'autorità è del tutto confidente sulla sussistenza dei presupposti normativi per l'emanazione del regolamento e per la relativa implementazione da parte dell'Autorità». E poi: «Cardani ha preannunciato che i contenuti del futuro regolamento saranno certamente oggetto di presentazione e condivisione con Governo e Parlamento ma Agcom non ha necessità di provvedimenti legislativi ad hoc per poter emanare il regolamento stesso».
(Fonte)
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