mercoledì 1 maggio 2013

Buon 1° maggio a chi???

Allarme disoccupazione giovanile: è al 38,4% Ue: in Italia tasse da record sul lavoro


L’Istat stima che a marzo è aumentato ancora di uno 0,6% la percentuale dei 15-24enni senza impiego, dato che cresce del 3,2% su base annua. Oltre 600mila gli under 25 che ne cercano uno. Una realtà che in numeri assoluti significa una calo di 248mila unità dei lavoratori dall’inizio dell’anno e su cui grava, secondo l’analisi di Eurostat, anche un’eccesiva tassazione. Il 22 giugno, a Roma, manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil per l’occupazione e il rilancio dell’economia



Schizza in alto la disoccupazione giovanile mentre continua il calo dell'occupazione in Italia a marzo - 0,2% rispetto a febbraio. Lo segnala l'Istat, comunicando che si sono persi 248mila posti di lavoro. Sale intanto la disoccupazione giovanile, pari al 38,4%, in aumento dello 0,6% sempre rispetto a febbraio. L'incremento annuo è del 3,2%. Dati di una realtà su cui, secondo Eurostat, pesa anche una tassazione sul lavoro ai massimi livelli Ue e un sistema impositivo sui consumi ai minimi. Per sottolineare tale emergenza economica e sociale Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di indire, per il prossimo 22 giugno, una manifestazione nazionale a Roma con al centro il lavoro e le proposte per uscire dalla crisi.

Sempre più i giovani senza lavoro A Marzo il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale al 38,4%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto a febbraio (era al 37,8%) e di 3,2 punti su base annua. Secondo le stime provvisorie dell'Istat, a marzo, sono in cerca di lavoro 635mila under 25, pari al 10,5% della popolazione in questa fascia d'età. Il tasso di disoccupazione giovanile si riporta, così, su livelli altissimi, vicini al massimo storico raggiunto a gennaio (38,6%).
Negativi anche i dati sul piano generale, con l’occupazione che continua a calare: a marzo gli occupati sono diminuiti di 248mila unità rispetto a un anno fa. Secondo le stime provvisorie dell'Istituto di statistica, lo scorso mese, gli occupati erano 22 milioni 674mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto a febbraio (-51mila). Grave il dato che riguarda la sola componente femminile: in un mese le donne occupate sono diminuite di 70mila unità.
A marzo il tasso di occupazione, pari al 56,3%, è diminuito di 0,1 punti percentuali su base mensile e di 0,6 punti rispetto a dodici mesi fa. "E' dall'estate del 2012 - hanno ricordato i tecnici dell'Istituto - che si registra un calo dell'occupazione più o meno tutti i mesi".

Eurostat ammonisce. Tasse troppo alte sul lavoro Una tassazione sul lavoro ai massimi livelli Ue e un sistema impositivo sui consumi ai minimi: questa la fotografia del fisco in Italia scattata dal rapporto Eurostat appena diffuso. L'Istituto di statistica europeo ha pubblicato il confronto tra i dati relativi al 2011. E un'altra conferma del peso del fisco sugli italiani è arrivata da uno studio di Ernst&Young, svolto per conto della Fondazione per le riforme europee e l'Istituto economico Molinari, secondo il quale quest'anno dovranno lavorare fino al 10 luglio 'solo' per pagare tutte le tasse dovute allo Stato.
Secondo Eurostat, nel 2011 la pressione fiscale in Italia - misurata in termini di rapporto tra Pil e gettito - era arrivata al 42,5% (lo stesso livello dell'anno precedente) rispetto alla media del 39,5% dei Paesi dell'Eurozona e del 38,8% dei 27 Ue. Un livello elevato ma inferiore a quelli di Danimarca, Svezia, Belgio, Finlandia e Francia. E' invece per il livello di tassazione sul lavoro (42,3%) che l'Italia balza al secondo posto in assoluto alle spalle del solo Belgio, dove il carico fiscale sul lavoro arriva al 42,8%. Il nostro Paese si colloca invece all'estremo opposto della classifica quando si parla di tasse sui consumi. Con un 17,4% l'Italia figura al di sotto della media Ue (20,1%) e di quella dell'Eurozona (19,4%). Nel 2011 solo Grecia, Spagna e Lituania hanno fatto registrare livelli più bassi.

Se questa era la situazione nel 2011, nel 2013 - secondo la classifica Ernst&Young - gli italiani dovranno lavorare sette giorni in più rispetto al 2012 per pagare tutte le imposte dovute all'erario. Un dato che ci colloca al sesto posto in Europa tra i più 'tartassati' alle spalle dei belgi (che devono lavorare per il fisco fino all'8 agosto), dei francesi (26 luglio), degli austriaci (23 luglio), degli ungheresi (16 luglio) e dei tedeschi (13 luglio).
 (Fonte)
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