Falcone, sparito il 'Giardino'
Uno spazio della memoria per le vittime. Lungo il
ciglio dell'autostrada, dove avvenne l'attentato. Il progetto,
fortemente voluto dalla vedova del caposcorta, era stato approvato e
finanziato. Ma la mafia ci si è messa di mezzo e non è mai stato
realizzato
Non c'è più memoria del sacrificio di Antonio Montinaro e dei
ragazzi della scorta di Giovanni Falcone, caduti con il magistrato
nell'attentato mafioso del 23 maggio 1992.
Il "giardino della memoria", in onore di quei poliziotti, si sarebbe dovuto realizzare proprio dove sono morti, in uno spazio sotto la stele che ricorda quella strage, lungo il ciglio dell'autostrada Palermo-Punta Raisi. Lì si sarebbe dovuta esporre la carcassa dell'auto - ridotta ad un ammasso informe di lamiere contorte, fili elettrici e pneumatici - in cui viaggiavano i poliziotti della scorta "Quarto Savona quindici".
Il "giardino della memoria", in onore di quei poliziotti, si sarebbe dovuto realizzare proprio dove sono morti, in uno spazio sotto la stele che ricorda quella strage, lungo il ciglio dell'autostrada Palermo-Punta Raisi. Lì si sarebbe dovuta esporre la carcassa dell'auto - ridotta ad un ammasso informe di lamiere contorte, fili elettrici e pneumatici - in cui viaggiavano i poliziotti della scorta "Quarto Savona quindici".
Per realizzare quel "giardino" erano stati stanziati oltre
duecento mila euro dall'amministrazione siciliana a favore
dell'Anas, incaricata di eseguire l'opera. Ma del progetto non c'è
più traccia.
I lavori per il "giardino della memoria" si sarebbero dovuti
concludere l'anno scorso, con l'inaugurazione del sito in occasione
del ventesimo anno dalla strage. Burocrazie e infiltrazioni
mafiose si sono messe di mezzo: al progetto avrebbero dovuto
cooperare la Regione, l'Anas e il comune di Isola delle Femmine,
dove risiede quel tratto dell' autostrada che collega Palermo a
Trapani.
Ma esattamente a una settimana dalla ricorrenza, un anno fa,
arriva lo stop della Commissione prefettizia che annuncia l'accesso
agli atti al piccolo comune in provincia di Palermo, che verrà
sciolto per infiltrazioni mafiose nel novembre dell'anno scorso.
Tina Montinaro , moglie del caposcorta di Falcone, ha tentato in
tutti modi di sbloccare quel progetto, sostenendo che sarebbe stato
paradossale subire lo stop proprio per mano "mafiosa". Andare
avanti e realizzare quell''opera in memoria dei poliziotti caduti
con Falcone, secondo la Montinaro «sarebbe stato il segnale
importante di una terra che si ribella alla vergogna del passato».
Non è andata così.
Intanto per la prima volta a distanza di oltre venti anni, quella
Croma bianca che scortava sempre Giovanni Falcone nei suoi
spostamenti, ha varcato lo Stretto. In occasione del 21mo
anniversario della strage, la macchina dei ragazzi del gruppo
tutela "Quarto Savona quindici" – donata dalla Polizia di Stato a
Tina Montinaro - è stata portata via dalla Sicilia e, come in una
processione laica per mantenere vivo il ricordo, sarà esposta in
provincia di Verona a Modena e in altre città del Nord Italia.
(Fonte)
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