Anche stamattina due
attivisti No Muos sono finiti all'ospedale per aver cercato di fermare i
convogli diretti alla base militare che ospita il Muos (guarda il
video). Il movimento ricorre anche al Tar. Mobilitazione a tutto campo
contro la militarizzazione.
Come di consueto anche stamattina durante un tentativo di revoca dal basso contro la costruzione del MUOS è stata usata la violenza da parte delle forze di Polizia per far passare i mezzi. Due attivisti, Peppe e Sandro, che ponevano i loro corpi come ostacolo passivo, grazie a delle forze attive sono finiti in Pronto Soccorso per essere medicati.
Come di consueto anche stamattina durante un tentativo di revoca dal basso contro la costruzione del MUOS è stata usata la violenza da parte delle forze di Polizia per far passare i mezzi. Due attivisti, Peppe e Sandro, che ponevano i loro corpi come ostacolo passivo, grazie a delle forze attive sono finiti in Pronto Soccorso per essere medicati.
Intanto la forte e determinata azione dei comitati contro le 46
antenne NRTF e contro la realizzazione del MUOS, che in questi mesi ha
creato un fortissimo movimento di resistenza a quella che è una vera e
propria aggressione ai diritti fondamentali di una popolazione, allarga
il proprio fronte di opposizione, sostenendo l’intervento di un gruppo
di cittadini niscemesi nel procedimento al TAR di Palermo. Si
tratta del procedimento n. 808/2013 promosso dal Ministero della Difesa
avverso la revoca delle autorizzazioni alla costruzione dell’impianto
satellitare all’interno della sughereta di Niscemi, firmata dalla
Regione Siciliana lo scorso 29 marzo. Il Ministero della Difesa,
facendosi portatore degli interessi militari ed economici esclusivi
della marina militare degli Stati Uniti, con il ricorso richiede non
solo l’annullamento del provvedimento di revoca, che è un atto che la
Regione ha emanato per adempiere ad una serie di norme e per esercitare
la tutela del diritto alla salute dei cittadini, ma anche un
risarcimento danni di 25.000 euro al giorno dal 29 marzo per
l’interruzione dei lavori (cosa in realtà mai avvenuta) e una somma da
quantificare a titolo di risarcimento danni per “l’incidenza negativa
sui rapporti Italia-Usa e Italia e paesi Nato”. Pertanto,
un gruppo di cittadini residenti a Niscemi, a pochissimi chilometri
dalla base militare, che hanno tutto l’interesse all’effettiva messa in
atto del provvedimento di revoca, sono adesso parte del procedimento al
Tar, attraverso un atto di intervento, a sostegno della revoca della
Regione, e in opposizione al ricorso del Ministero della Difesa, così
come aveva già fatto nei giorni scorsi Legambiente e come ha fatto oggi
anche il Comune di Niscemi. Venerdì 10 maggio si terrà la camera di
consiglio relativa alla concessione della sospensiva della revoca
chiesta dal Ministero.
L’azione legale promossa dal gruppo di cittadini niscemesi è un tassello
in più che si aggiunge alla mobilitazione permanente messa in campo dai
comitati e dagli attivisti in questi mesi e che rafforza l’obiettivo
del movimento No MUOS: smilitarizzare una riserva naturale e liberare il
territorio da uno strumento di guerra, inquinante e pericoloso per le
persone e per l’ambiente, per difendere il proprio diritto alla salute,
alla pace e all’autodeterminazione. (Fonte)
Il video di quanto accaduto stamattina
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