Disoccupato ruba fette d’arrosto per sfamare il figlio: condannato a sei mesi
ROMA - Dovrà scontare sei mesi di carcere per essersi infilato dentro le
tasche e sotto i vestiti una fetta d'arrosto, un pezzo di formaggio e
una bottiglia d'olio. Ha rubato per fame, Filippo P., 34 anni e
disoccupato, con una famiglia da mantenere e ridotto sul lastrico dalla
crisi economica che nel 2010 gli ha fatto perdere anche l'ultimo
lavoretto precario. Era già stato arrestato due settimane fa, per aver
sottratto pane, latte e una confezione di prosciutto dagli scaffali di
un supermercato. Un furto più che modesto: aveva arraffato quello che
bastava per sfamare la sua famiglia, giusto per mettere qualcosa nel
frigorifero di casa, e per dare da mangiare alla moglie e al figlio di
quattro anni. Processato con rito direttissimo, Filippo era stato
condannato a cinque mesi con la condizionale, e liberato con l'obbligo
di firma.
LA CATTURA
Due giorni fa, però, l’uomo è stato sorpreso di nuovo mentre tentava di uscire dal Conad di Corso Francia con una spesa di dieci euro non pagata e nascosta sotto la giacca. I vigilantes del supermercato lo hanno bloccato e hanno chiamato i carabinieri. Giunti sul posto i militari lo hanno arrestato con l'accusa di furto aggravato. Ieri mattina, Filippo è tornato sul banco degli imputati del tribunale di Roma, per la convalida dell'arresto e un nuovo processo per direttissima. Il giudice dell'ottava sezione penale, Fabio Mostarda, pur comprendendo il dramma personale dell'imputato, non ha comunque potuto fare altro che disporne la custodia cautelare in carcere. Filippo, difeso dall'avvocato Gianluca Arrighi, ha poi patteggiato una condanna a 6 mesi di reclusione che sconterà a Regina Coeli.
LA DIFESA
«Ho assunto gratuitamente la difesa - ha commentato l'avvocato Arrighi - perché ritengo che vi siano dei casi umani che noi penalisti non possiamo esimerci dall'accettare. Purtroppo negli ultimi anni i casi di persone che commettono furti di generi alimentari è aumentato in modo esponenziale. È ovvio che nulla giustifica la commissione di reati ma una cosa è rubare per arricchirsi e una cosa è rubare per mangiare. Il dato è allarmante e deve far riflettere su come i crimini siano spesso il riflesso dei malesseri della nostra società».
(Fonte)
Se fosse in India, si urlerebbe che è un paese barbaro
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