Ventidue miliardi per digitalizzare l'Esercito, tre
miliardi per i satelliti militari, oltre 600 milioni per un'arma
contraerea che resterà prototipo. Ecco alcuni dei programmi più esosi e
discubitili delle forze armate
Forza Nec, Sicral, Skymed, Meads. Sono progetti militari ignoti ai
più che si traducono in miliardi a carico dei cittadini. Ormai
tutti gli italiani conoscono il supercaccia F35, diventato l'icona
della spesa bellica esagerata. Ma "'l'Espresso" nel prossimo numero
in edicola descrive il buco nero della Difesa, che inghiotte ogni
anno fiumi di denaro per iniziative di dubbia utilità. Grazie a un
documento redatto dal governo Monti infatti è possibile ricostruire
il costo previsto per alcuni degli investimenti più
sorprendenti.
POTENZA SPAZIALE. Il capitolo più discutibile
riguarda l'attività spaziale. L'Italia infatti ha una costellazione
di satelliti spia e da comunicazione militare: sono già costati due
miliardi di euro e si prevede di spendere un altro miliardo nei
prossimi anni. Sei satelliti sono già in azione, parecchi altri
stanno per raggiungerli entro il 2016. Per tenere in contatto
brigate, flotte e stormi è in orbita la prima coppia di satelliti
Sicral, a cui stanno per seguire il nuovo Sicral2 (costo 235
milioni di euro) e gli Athena, in consorzio con la Francia (63,5
milioni). Il solo piano Mgcp per la mappatura digitale del globo
inghiotte 34 milioni. Misteriosi per definizione sono i nostri
satelliti spia. Quattro sono già al lavoro: i Cosmo Skymed (costo
1.137 milioni) con i loro radar scansionano senza sosta i
continenti e hanno prestazioni ammirate persino dalla Cia. Ora ne
stiamo allestendo altri due di nuova generazione (550 milioni). In
più siamo partner con i francesi per gli Helios2 (92,5 milioni),
che fanno foto ovunque con obiettivi all'infrarosso. Come se non
bastasse, due anni fa si è scelto di disegnare un altro 007
stellare made in Italy, chiamato Opsis: lo stanziamento iniziale è
di 13,5 milioni. Finito? No, perché nel luglio 2012 i parlamentari
prima di partire per le vacanze hanno ratificato l'acquisto di un
ulteriore satellite spia: l'Opsat 3000, il gioiello israeliano che
garantisce immagini portentose. Il satellite ideato dal Mossad ha
un costo enorme: ben 350 milioni di euro, solo l'obiettivo della
fotocamera verrà 40 milioni di dollari. Il fatto singolare è che al
produttore di Tel Aviv andranno 182 milioni di dollari, mentre
altri 200 milioni saranno intascati da Telespazio, azienda del
gruppo Finmeccanica che curerà il lancio e la gestione delle
infrastrutture. Si tratta di un'altra società molto cara
all'esecutivo di centrodestra e in particolare all'ex
sottosegretario Gianni Letta: il quartiere generale è in Abruzzo,
nella natia Conca del Fucino, cuore di tutte le avventure spaziali
nostrane.
A TUTTA FORZA. "L'Espresso" analizza poi il
programma Forza Nec che prevede di trasformare tutto l'Esercito in
un'unica rete digitale. Il preventivo è di 22 miliardi di euro, un
record che surclassa persino le stime per il supercaccia F35. E'
una passione dell'ammiraglio Gianpaolo Di Paola, che l'ha imposta
nel 2006 quando era a capo delle forze armate, l'ha sostenuta poi
dal vertice della Nato e come ministro tecnico l'ha salvata
dall'amputazione della spending review. Ed è una gioia anche per
Selex Es, società di Finmeccanica, che come "prime contractor"
gestirà tutto in esclusiva. Un ottimo affare, perché da qui al
2031 tutto quello che verrà comprato dall'Esercito passerà
attraverso il programma Forza Nec: fucili, elmetti, maschere
antigas, autoblindo, fuoristrada, carri armati dovranno essere
"digitalizzati". I fondi di Forza Nec finora sono serviti a
Finmeccanica per studiare il "Soldato futuro" ossia una serie di
gadget che non sfigurerebbero nel laboratorio di Mister Q dove si
riforniva James Bond. C'è il mirino Specter integrato con una
microtelecamera ad infrarossi. Ci sono occhiali per la visione
notturna montati sull'elmetto. Mininavigatori gps piazzati sulla
spalla. Telemetri sul lanciagranate coassiale che correggono
automaticamente il tiro. Per i comandanti è allo studio un tablet
blindato con touch screen, anche se molti sono scettici sulla
possibilità di farlo funzionare in mezzo al fango delle battaglie.
Prototipi che promettono meraviglie: finora ne abbiamo finanziati
una ventina, spendendo 325 milioni. Con questi denari, si stanno
"digitalizzando" solo 558 soldati: veri uomini d'oro, perché
ognuno si porta addosso apparati hi-tech per un valore di mezzo
milione di euro, incluse ovviamente le spese di sviluppo. Il guaio
è che molti degli equipaggiamenti sono provvisori: destinati a
essere rimpiazzati da altri congegni che ancora non sono stati
messi a punto.
(Fonte)
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