Agosto 2012, Taranto è rovente nel suo clima ma
lo sono ancora di più le sue strade e le sue piazze. I mesi di Luglio ed
Agosto a Taranto sono stati i più vissuti e raccontanti dalla stampa
locale e nazionale. Forse qualcuno non aveva ancora ben chiara la
situazione reale e quello che sta accadendo, alcuni giornalisti, noti e
di testate note, bollano in pochi minuti l'intervento storico del
comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, quello del 2 agosto
in piazza dell vittoria, come un'irruzione in puro stile squadrista, un
comportamento fascista. Qualche penna non aveva voglia di cambiare stile
ai propri editoriali, troppa fatica raccontare un cambiamento in una
città che "deve rimanere in silenzio a subire". Il comitato compie
un'azione storica e mette in silenzio le teste dei sindacati
confederali, coloro che non hanno mai avuto orecchie per chi era giù dal
palco.
Nel mese precedente i primi arresti nei vertici aziendali Ilva, i
sequestri degli impianti, l'estate tarantina del 2012 è la più calda che
si possa ricordare, nello stesso agosto la redazione di peacelink
incontra alcuni giornalisti e chiede se la Tangentopoli milanese poteva
essere paragonata a quello che stava accadendo a Taranto, c'è anche
un'analogia di date che vede il 17 febbraio 1992 l'inizio di
tangentopoli a Milano mentre il 17 febbraio 2012 il primo incidente
probatorio al tribunale di Taranto dove viene discussa la maxiperizia
richiesta dal Gip Patrizia Todisco e vede la partecipazione spontanea
dei tarantini, in particolare giovani e numerosi studenti, che
manifestano sotto le finestre del tribunale.
Si era molto cauti, forse si aveva un pò paura del forte scossone che
stava per arrivare, da quel 17 febbraio sino ad oggi l'inchiesta le
ordinanze del gip e le indagini dell'inchiesta "ambiente svenduto" ha
portato ad arresti eccellenti che hanno interessato i vertici Ilva, la
famiglia Riva sino ad arrivare agli arresti nel mondo politico locale.
Una vera e propria ACCIAIOPOLI
Il 15 Maggio il presidente della Provincia di Taranto Giovanni
Florido è stato arrestato dai militari della guardia di finanza
nell'ambito dell'inchiesta denominata "Ambiente svenduto". L'accusa
sarebbe di concussione, nella stessa operazione altri tre arrestati,
sono l'ex assessore provinciale di Taranto all'Ambiente, Michele
Conserva, l'ex dirigente dell'Ilva, Girolamo Archinà, e l'ex segretario
della Provincia di Taranto, Vincenzo Specchia.
Ma la storia ormai l'abbiamo imparata, quello che è accaduto a
Taranto, tutto quello che è cambiato a Taranto è potuto succedere solo
grazie alle azioni spontanee dei liberi cittadini, una politica assente e
complice di un sistema colluso ora si difende e va contro gli stessi
cittadini che non rimangono più a guardare qualche corvo che svolazza
sulle loro teste pronto anche a espletare i propri bisogni, no. Le
stesse persone protagoniste di clamorose denunce, che avrebbero dovuto
fare le parti politiche e gli enti come nel caso della denuncia della
diossina nel pecorino e nelle cozze, volano a Bruxelles per conferire
sulla situazione tarantina al Parlamento Europeo e della Commissione
Ambiente di Bruxelles (1), nella nota si può consultare l'elenco,
consegnato al Parlamento Europeo, delle 35 prescrizione
dell'Autorizzazione Integrata Ambientale non rispettate dall'Ilva visti i
termini temporali decorsi.
Mentre Alessandro Marescotti, Peacelink, e Fabio Matacchiera, Fondo
Antidiossina, sono a Bruxelles giunge una telefonata da Roma il lunedì
successivo le associazioni ambientalista tarantine vengono convocate dal
neo ministro Andrea Orlando al Ministero dell'Ambiente, di seguito una
breve sintesi dell'incontro a Roma, riportata da Alessandro Marescotti.
"In data 20 maggio 2013 alcune associazioni ambientaliste hanno
incontrato a Roma, al Ministero dell'Ambiente, il ministro Andrea
Orlando. Le associazioni presenti erano PeaceLink, Legambiente e
Legamjonici. Il Fondo Antidiossina ha delegato PeaceLink ad essere
rappresentato. PeaceLink ha consegnato al Ministro l'elenco delle 35
infrazioni all'AIA, elenco già consegnato alla Commissione Europea. Sono
state lette al ministro testimonianze di medici e mamme che documentano
le drammatiche storie di bambini che nascono già con il cancro a
Taranto. Sono state lette le cifre preoccupanti degli studi
epidemiologici e la necessità di intervenire subito, alla luce del fatto
che gli esperti della Procura hanno riscontrato 386 decessi negli
ultimi 13 anni collegabili all'inquinamento industriale. PeaceLink ha
evidenziato come non venga rispettato il principio europeo "chi inquina
paga" e su questo si è sviluppato un vivace scambio di battute con lo
staff del Ministro che non ha saputo definire quale sia la fonte (o le
fonti) dell'inquinamento del terreno o della falda. L'avv. Maurizio
Pernice (dello staff del Ministro) ha detto che è compito della
Provincia, ma PeaceLink ha fatto notare come sia compito del Ministero
sollecitare la Provincia (il cui Presidente è agli arresti per
l'inchiesta sull'Ilva). L'avv.Pernice ha assicurato che avrebbe inviato
una lettera di sollecito alla Provincia. Si è poi sviluppato uno scambio
di battute fra PeaceLink e il soggetto attuatore della bonifiche,
rappresentato da Antonio Strambaci, circa le procedure tecniche per
accertare l'"impronta chimica" dell'inquinamento dei terreni del
quartiere Tamburi (da bonificare) in modo da individuare il nesso di
causalità fra l'inquinamento riscontrato nei terreni e la sua fonte.
PeaceLink ha sottolineato che la rimozione dei terreni, senza aver prima
espletato indagini accurate in aggiunta alla normale caratterizzazione
dei terreni, possa essere causa di un possibile contenzioso con l'Ilva e
per una bocciatura al TAR per istruttoria insufficiente, come è già
avvenuto per la falda. Al Ministro dell'Ambiente PeaceLink ha
evidenziato come la direttiva europea 35/2004/CE sia stata recepita
dall'Italia in modo elusivo e non corretto, cosa che l'avv. Pernice ha
dovuto ammettere e confermare. Il Ministro Andrea Orlando ha ascoltato
con attenzione disponibilità, affermando però che il suo è un ruolo
politico e che per le scelte tecniche si sarebbe affidato all'ISPRA,
anche per ciò che concerne la gravità delle infrazioni dell'AIA e le
conseguenti eventuali sanzioni da infliggere all'Ilva. Ha detto che,
come prevede la legge, dovrà relazionare nei prossimi giorni al
Parlamento sui sei mesi di attuazione dell'AIA Ilva".
Il 22 maggio vengono iscritti nel registro degli indagati per truffa
ai danni dello stato e trasferimento fittizio di beni Emilio e Adriano
Riva, ci sono altri due indagati per ricliclaggio, vengono sequestrati
un miliardo e duecento milioni di euro di proprietà dei Riva messi al
sicuro nel paradiso fiscale di Jersey.
In merito a questa operazione condotta dalla polizia tributaria e
della Guardia di Finanza di Milano, provvedimento firmato dal gip del
Tribunale di Milano, Alessndro Marescotti diffonde il seguente
comunicato.
"In merito alla clamorosa notizia relativa al recente sequestro dei
beni privati della famiglia Riva, operato dal GIP di Milano e relativo a
immobili, titoli e disponibita' finanziarie per l'ammontare di 1,2
miliardi di euro, PeaceLink e Fondo Antidiossina Taranto esprimono tutto
il proprio appoggio alla magistratura.
I fratelli Emilio e Adriano Riva sono indagati a Milano per trasferimento fittizio di beni, truffa ai danni dello Stato, evasione fiscale e riciclaggio. Secondo l'accusa del GIP di Milano e in base a quanto riportato da agenzie di stampa, i Riva avrebbero, mediante operazioni fra
l'Italia e l'estero, occultato la reale disponibilita' finanziaria dell'Ilva.
Sulla base di quanto appreso da fonti di stampa, l'ipotesi dei magistrati milanesi riguarderebbe l'uscita del ragguardevole capitale del valore di 1,2 miliardi di euro dalle casse del colosso siderurgico tarantino.
I fratelli Emilio e Adriano Riva sono indagati a Milano per trasferimento fittizio di beni, truffa ai danni dello Stato, evasione fiscale e riciclaggio. Secondo l'accusa del GIP di Milano e in base a quanto riportato da agenzie di stampa, i Riva avrebbero, mediante operazioni fra
l'Italia e l'estero, occultato la reale disponibilita' finanziaria dell'Ilva.
Sulla base di quanto appreso da fonti di stampa, l'ipotesi dei magistrati milanesi riguarderebbe l'uscita del ragguardevole capitale del valore di 1,2 miliardi di euro dalle casse del colosso siderurgico tarantino.
Ricordiamo che, solo pochi mesi fa, in Parlamento, veniva approvata
trasversalmente, da quasi tutti i partiti, una legge per fermare la
Magistratura e autorizzare l'Ilva a produrre con gli impianti ritenuti
inquinanti e posti sotto sequestro.
Alla luce di questi ulteriori e gravi sviluppi, risulta ancora più
inquietante che sia diventata legge dello Stato una legge "ad hoc" per
un'azienda i cui proprietari sono oggi indagati per truffa ai danni
dello stesso Stato.
Aiutare Riva si e' rivelato un clamoroso autogol dello Stato.
Questi ingenti capitali devono ora ritornare a disposizione della città di Taranto per sanare i gravi danni causati in tutti questi anni, molti dei quali, purtroppo, saranno certamente irreparabili.
Infine, ci chiediamo con preoccupazione quanto ancora dobbiamo aspettare affinchè il sindaco Ippazio Stefano presenti una formale citazione di risarcimento per i danni causati dall'Ilva, cosi' come accertato dalla sentenza della Cassazione dell'ottobre 2005 sui parchi minerali."
Questi ingenti capitali devono ora ritornare a disposizione della città di Taranto per sanare i gravi danni causati in tutti questi anni, molti dei quali, purtroppo, saranno certamente irreparabili.
Infine, ci chiediamo con preoccupazione quanto ancora dobbiamo aspettare affinchè il sindaco Ippazio Stefano presenti una formale citazione di risarcimento per i danni causati dall'Ilva, cosi' come accertato dalla sentenza della Cassazione dell'ottobre 2005 sui parchi minerali."
Note:
documento consegnato al Parlamento Europeo e al Ministero dell'Ambiente http://www.peacelink.it/ecologia/a/38403.html(Fonte)
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