Bavaglio web, Agcom ci riprova
Il presidente dell'Autorità si impegna a fare una delibera entro
l'estate per oscurare i siti che «violano il copyright». Avrebbe valore
di legge, ma senza una consultazione e un voto del Parlamento
L'Agcom farà entro l'estate, senza bisogno del Parlamento, un nuovo
regolamento "contro la pirateria" su Internet, dopo il precedente
tentativo che tante polemiche bipartizan aveva
sollevato. E' un impegno che ora il presidente Angelo
Cardani dell'Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) si è
preso nel corso di una riunione a porte chiuse con i principali
esponenti dell'industria del copyright, il 30 aprile. 'L'Espresso'
ha potuto leggere il verbale della riunione.
Già nelle scorse settimane Cardani aveva annunciato il lavoro su una nuova delibera, ma adesso emergono particolari inediti, tanto che- a quanto risulta- si sono già messe in allarme le associazioni dei consumatori, dei provider e vari esperti difensori della libertà su internet (gli stessi che hanno contribuito a bloccare la precedente delibera, due anni fa).
Già nelle scorse settimane Cardani aveva annunciato il lavoro su una nuova delibera, ma adesso emergono particolari inediti, tanto che- a quanto risulta- si sono già messe in allarme le associazioni dei consumatori, dei provider e vari esperti difensori della libertà su internet (gli stessi che hanno contribuito a bloccare la precedente delibera, due anni fa).
«Il presidente Agcom Cardani ha manifestato grande apprezzamento
per il fatto che le due filiere condividano alcuni fondamentali
principi in merito allo sviluppo dell'offerta legale di contenuti e
al contrasto alla pirateria digitale. Il presidente Cardani ha
altresì confermato la volontà sua e del Consiglio di emanare il
preannunciato regolamento prima o immediatamente dopo la pausa
estiva», si legge infatti nel verbale.
Le "due filiere" sono Confindustria Cultura e Confindustria
Digitale. Secondo il verbale, hanno partecipato alla riunione Marco
Polillo e Fabio Del Giudice (Cultura); Stefano Parisi e Roberto
Bedani (Digitale). Oltre a Cardani, c'era il Capo di Gabinetto di
Agcom: Guido Stazi.
E quali sono i punti comuni condivisi dalle due 'filiere' e su cui
Cardani ha espresso «grande apprezzamento» (pur senza sbilanciarsi
sul fatto se li adotterà o meno)?
Primo: Agcom deve intervenire solo quando ci sono violazioni
"reiterate e massive" delle norme sul diritto d'autore o per quei
casi che arrecano ingenti danni (per esempio quando le opere
arrivano su internet prima che nei negozi).
Secondo: Agcom non colpisca gli utenti finali «per evitare ogni
potenziale conflitto con la normativa posta a protezione della
riservatezza delle comunicazioni personali». Insomma,
un'avvertenza per evitare che le misure di Agcom siano bloccate dal
garante Privacy, che già due anni fa è stato uno di quelli che si
era battuto contro la delibera.
Terzo: Agcom avvii un procedimento amministrativo come una sorta
di mini processo con contraddittorio, con i siti che favoriscono la
pirateria. Alla fine, "in caso di acclarata violazione", Agcom può
fare due cose. Se il sito è italiano, può chiedere al gestore
(all'hoster) di rimuovere i contenuti vietati. Se è straniero,
può imporre ai provider di impedire l'accesso al sito. Le proposte
dei due rami di Confindustria sono fatte in modo da parare le
principali critiche che hanno bloccato la precedente delibera.
Dicono quindi che gli hoster e i provider non siano soggetti a
sanzione né a obbligo di controllo o filtraggio del traffico.
Insomma, si vuole evitare che si gridi ancora all'istituzione di
una "polizia di Internet".
Tra le proposte si legge anche l'obiettivo di promuovere l'offerta
legale e di svilupparne il mercato.
Ma nonostante tutti questi aggiustamenti, le idee sul tavolo sono
simili nella sostanza alla precedente delibera.
In un punto, fondamentalmente: Agcom vuole andare fino in fondo da
sola, senza bisogno del Parlamento né di allargare il dibattito a
tutte le controparti. Almeno la precedente Autorità aveva messo la
delibera in consultazione pubblica, due volte, ricevendo così un
mare di critiche. «Cardani ha evidenziato che Agcom non intende
replicare la consultazione pubblica ma ha deciso di ascoltare gli
stakeholders e i maggiori esperti della materia in una conferenza
che si terrà il prossimo 24 maggio presso la Camera dei
Deputati», si legge invece nel verbale.
«Cardani ha anticipato che l'autorità è del tutto confidente
sulla sussistenza dei presupposti normativi per l'emanazione del
regolamento e per la relativa implementazione da parte
dell'Autorità». E poi: «Cardani ha preannunciato che i contenuti
del futuro regolamento saranno certamente oggetto di presentazione
e condivisione con Governo e Parlamento ma Agcom non ha necessità
di provvedimenti legislativi ad hoc per poter emanare il
regolamento stesso».
(Fonte)
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